giovedì 27 agosto 2015

The Real America, il West degli Stati Uniti in quattro tableaux

Mini introduzione al mini blog: al mio occhio di osservatrice di passaggio, gli USA mostrano aspetti salienti che mi colpiscono. Ci saranno indubbiamente complessità che non ho colto, il mio sguardo sorvola su aspetti superficiali di un mezzo continente vasto e profondo. Eppure questa parte del mondo mi attrae, ci sono tornata tre volte nel giro di pochi anni, vi ho percorso migliaia di miglia. E da quest’ultimo viaggio ho tratto quattro spunti principali. Venite con me se vi va, ci facciamo quattro tuffi in una realtà diversa e affascinante.

Itinerario: ho viaggiato dall’8 al 26 agosto in Wyoming, Montana (il quarto stato più grande della federazione), Idaho e Washington State, in auto. Il focus del viaggio sono stati i parchi nazionali di Grand Teton, Yellowstone (sì, le pietre gialle ci sono), Glacier, Mount Rainier e Olympic, sull’Oceano Pacifico. Questi li ho percorsi, in piccola parte perché sono grandissimi, a piedi.
Ho visto velocemente qualche cittadina di provincia come Jackson Hole WY, Butte e Missoula MT, e Seattle WA, che invece è una città piuttosto grande.
In tutto, oltre quattromila chilometri in auto e ... un'ottantina a piedi, con qualche migliaio di metri di dislivello.



NB. Riferimenti utili, aggiornamenti e belle immagini: li trovate su  National Park Service

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Premessa: per la stessa ragione del viaggio, viaggiare

Eh beh.
Per cominciare, un inizio "alto".
Questa canzone, oggi più che mai nella mia testa, ha avviato un tragitto che desideravo fare da tanto tempo. Sono andata a vedere un pezzo di America che chissà, avrò cominciato a immaginare coi cartoni animati dell'orso Yoghi, tipo. Un viaggio con diversi trekking sulle montagne di luoghi mitici, che ho visitato molte volte leggendo e guardando film.

Camminare è oggi molto più in voga che in passato, mi pare. Per quanto mi riguarda, cammino da molti anni, e in questi ultimi di più. Cammino un po' dappertutto, dove riesco, dove mi capita.
Appena posso evito di prendere la macchina, e vado a piedi. Perché? Per tante ragioni. Perché è più bello, in sintesi. Camminare negli States ... beh, la fatica è simile, e anche la possibilità di osservare, e di meditare. A piedi si va piano, c'è tempo. Ed è bellissimo.

Mi piace camminare e mi piace raccontare. Così ora che sono tornata ho deciso di scrivere un po' di quello che ho notato strada facendo. Mi piace fissare i ricordi, se avete voglia di leggere e guardare qualche foto vi fate un viaggetto con me. Si cammina anche sul web, sebbene, mi pare, non sia la stessa cosa.

Allora, intanto un po' di colonna sonora, random come nel viaggio.

Fabrizio De Andrè, Khorakhanè

Willie Nelson, On The Road Again


Jack Johnson, fate un po' voi

Modena City Ramblers, La strada
Quest'ultima la dedico in particolare ai miei compagni di viaggio, che hanno reso ancora più allegra e intensa tutta l'esperienza, Alessandro Carmen Daniele Delia Luca Massimo Mauro Nadia Paola Riccardo buona strada!






Primo tableau

ON THE ROAD, AGAIN. IMMAGINI DALLE STRADE AMERICANE E SOTTOFONDO RADIOFONICO.

Prendere un’auto a noleggio (facilissimo, basta avere una carta di credito valida). Partire (strafacile, poche strade dritte infinite, non ti puoi sbagliare). Accendere la radio su una stazione country (super facile, il difficile a volte è trovare altro). Il country... ok, dopo un po’ non se ne può più, ma per un’oretta o due fa subito On The Road Again (link al post precedente).

Per me l’America è innanzitutto questo. Andare col cruisecontrol sulla corsia di destra (l’autostrada non si paga), guardare dal finestrino, ascoltare la radio. Ti sorpassano gigacamion, branchi di neri motociclisti su megamoto, megatrailer che se li portassi su una strada italiana ci vorrebbe il permesso per i mezzi eccezionali. La prateria, i ranch, i campi o quel che l’è (citazione, Daniele docet) scorrono a perdita d’occhio di qua e di là.

Attraversando qualche centro abitato, da noi si troverebbero le periferie con i capannoni artigiani e le casette di mattoni a un piano con gli infissi in similottone, qui ci sono immancabili i mega parcheggi con le catene di fast food, i mega market, i mega distributori, tutti uguali indistinguibili e tutti mega anche se la ‘città’ è uno sputo.

Dalla radio oltre al country esce la pubblicità. A parte i super sconti per mega burgers, giant cokes, iced frappuccinos eccetera eccetera (si rimanda all’ultimo tableau), mi colpiscono gli spot religiosi, stai male, hai dei problemi, dio c’è e lo trovi a questo indirizzo, musichetta accattivante e slogan. Ma un sacco, di ‘sti spot. Anche quelli degli avvocati, hai dei problemi, ti han fatto un torto, vieni da noi che vai sul sicuro, musichetta accattivante e via. Oppure, se hai dei problemi comprati un fucile, trovi il volantino con le offerte, che adesso ci sono i saldi. Dappertutto cartelli We Hire (assumiamo), se hai dei problemi non sono perché non trovi lavoro, mi pare.
La grande città invece è molto diversa. Architetture avveniristiche e antiche (che qui corrisponde a un secolo max), gru, autostrade a cinque corsie, caffè raffinati, homeless e storditi, gente elegante, gente qualunque, turisti, musicisti, e quelchel’è.



Secondo tableau

WILD WEST. NATURA CIVILIZZATA, MONTAGNA ADDOMESTICATA, LA SORPRESA È COMUNQUE ALLA PROSSIMA CURVA DEL SENTIERO

In America (che sarebbe negli Stati Uniti d’America, ma qui si dice così, l’intero continente corrisponde agli USA, tanto per non allargarsi…), in America dicevo ci sono tante e bellissime montagne. Ci si va a far trekking comodamente, si trova il sentiero da un miglio (ok, anche secondo me non è un trekking, ma qui funziona così) fino a quello di vari giorni. In America la montagna non si misura a ore di cammino, come da noi, ma a miglia e metri di dislivello (ci mettiamo un po’ a capire che qui i camminatori sono molto, molto diversi tra loro a seconda della stazza e dell’allenamento e quindi le ore non sono un’indicazione utile).


Il sentiero non è segnato, non c’è il CAI americano che traccia i segnavia bianchi e rossi, non ci sono gli omini di pietra, perché non serve. Il sentiero è immancabilmente un’autostrada larga un paio di metri, in terra battuta, ponticelli e passerelle di legno per scavalcare i tratti irregolari, mancorrente, frecce e cartelli invece di numeri. In America non puoi uscire dal sentiero autostrada, te lo chiedono per favore insistendo ogni tre per due, per non rovinare l’ambiente. O anche per non perdere turisti in giro per i parchi nazionali, state sul tracciato e fate i bravi che ve lo chiede il governo americano, mi pare.

Tutto molto civilizzato, niente inciampi. Il giorno che trovo, a Mount Rainier, un luogo stupendo, il sentiero asfaltato (nella foto qui sotto) mi prende una certa insofferenza. Ma porca vacca, un sentiero vero, dov’è? Neanche qui dove ci sono ghiacciai e spedizioni alpinistiche? (Da notare che per me vero significa come quelli dove vado di solito, anch’io mi allargo come gli statunitensi, ed eleggo il consueto a vero. Del resto, noi umani tendiamo a riconoscere più che a conoscere e io non faccio eccezione). Poi penso che per una persona in carrozzina un pezzo di asfalto è la condizione per godersi una porzione di montagna e comincio ad apprezzare la questione da un altro punto di vista. E dopo il sentiero diventa 'vero', gradoni di sasso, nevai, fatica, tutto ok. Lo riconosco.


Bòn, in questo panorama addomesticato, dove anche geyser e ghiacciai  sembran dipinti (laghetti e alberelli decorativi, tronchi a terra disposti artisticamente, panorami e colori e anche i sassi son carini), le sorprese ci sono comunque.

  
Con la coda dell’occhio vedi uno scoiattolo. Poi un altro. Poi un altro diverso. Marmotte, pika (una specie di marmottina senza coda), cervi, uccellini, uccelli (difficile identificarli), un pellicano, un lupo (un lupo!!!) che trotterella imperterrito sull’altra sponda, mandrie di bisonti, antilocapre (una roba di qui), capre di montagna quelle bianche col pelo lungo, una volpe, bellissima, arancione e smilza porta a spasso la sua coda col pennacchio bianco, un altro scoiattolo che ci bombarda con pigne e aghi di pino, altre decine di scoiattoli che lo sanno che gli escursionisti si portano la frutta secca nello zaino, topolini.
Mancano gli orsi, nonostante regole ferree (ci fanno vedere anche il video didattico) di comportamento per evitare incidenti e cartelli dappertutto, e l’alce, che spero sempre di vedere ma mi sa che dovrò andare in Alaska o accontentarmi dei documentari. Animali così, così tanti, così facili da vedere, così vicini e godibili, da noi non ci sono.

   

PS. Le foto di animali non mi vengono granché bene ... le poche mi pare rendano comunque l'idea, almeno un po'.

PPS. Olympic NP ha una parte sull'oceano, ci sono bei trekking anche da queste parti.